Sospesi a Belluno gli operatori sociosanitari che hanno rifiutato la somministrazione del vaccino.

La sentenza del Tribunale di Belluno ha stabilito la sospensione degli operatori sanitari e di due infermieri che negli ultimi giorni si sono opposti alla somministrazione del vaccino.

I sociosanitari no-vax non riceveranno, quindi, lo stipendio se continueranno a rifiutare di vaccinarsi. Il giudice Bellunese Anna Travia ha così deciso a proposito del gruppo di sociosanitari che nel mese di febbraio scorso avevano rifiutato il vaccino Pfizer.

La giornata seguente al rifiuto del vaccino, la direzione delle rsa, dove prestano servizio gli operatori sociosanitari e gli infermieri, la Sedico Servizi e la Servizi Sociali Assistenziali S.r.l (Sersa), ha deciso di mettere in “ferie forzate” i dipendenti, prevedendo anche una visita al medico del lavoro. Una volta sottoposti alla visita medica, i sanitari sono stati dichiarati non idonei al servizio e quindi “allontanati” senza stipendio, perché considerati impossibilitati a svolgere la propria mansione lavorativa.

I dipendenti sospesi, però, hanno deciso di fare ricorso per ottenere la reintegrazione, rivendicando la non obbligatorietà del vaccino, prevista dalla Costituzione dall’ordinamento italiano. La difesa delle rsa ha dichiarato, che, la sospensione è stata messa in atto per preservare la sicurezza degli altri dipendenti e degli ospiti delle case di riposo. Il giudice Anna Travia ha inoltre affermato che l’efficacia del vaccino è dimostrata e quindi la vaccinazione è necessaria per evitare l’evoluzione negativa del virus, l’efficacia del vaccino è dimostrata anche dall’evidente calo dei decessi e dalla minore frequenza di diffusione tra i dipendenti delle strutture.

Il tribunale ha ritenuto necessaria la misura di sospensione dei sociosanitari non vaccinati e, ha inoltre dichiarato insussistenti le ragioni del rifiuto del vaccino da parte dei sociosanitari no-vax, i quali avevano dichiarato pericolosa e preoccupante la celerità della creazione e della distribuzione dei vari vaccini, asserendo inoltre che i vaccini hanno avuto un tempo troppo breve di sperimentazione. Il tribunale ha inoltre precisato che i sociosanitari no-Vax non sono stati licenziati ma sospesi fin quando non saranno vaccinati e, pertanto, quando cesserà il pericolo per la salute all’interno delle rsa.

La reintegrazione avverrà “automaticamente” dopo la somministrazione del vaccino. Facendo leva sull’articolo 2087 del Codice civile sulla Tutela delle condizioni di lavoro, che recita: L'imprenditore e' tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie  a  tutelare  l’integrità  fisica  e   la personalità morale dei prestatori di lavoro. Questo tipo di sentenza è destinante a diventare una sentenza pilota per i prossimi ricorsi. Nonostante risulti complicata la sua applicazione nei grandi centri ospedalieri.

 

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