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Regali e donazioni in denaro, quando dichiararli e i rischi col Fisco
Quante volte abbiamo letto nelle partecipazioni di qualche cerimonia “regalo in busta” o abbiamo preferito regalare dei soldi per permettere al destinatario di “comparsi quello che vuole”? Un po’ tutti ci siamo ritrovati a fare questi ragionamenti e spesso anche a regalare delle somme di denaro. Ma ci siamo mai chiesti se questi soldi vanno dichiarati? La risposta è sì, ma solo a determinate condizioni e cifre.
Una soglia massima
Il problema dei regali “in contanti” nasce per evitare l’evasione o il riciclaggio di denaro. Ovviamente fare un regalo in busta è del tutto lecito da sempre, ma la legge ha determinato una soglia massima di denaro: superato quel limite che oggi è di 1999,99 euro si potrebbe incorrere in eventuali controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e tutte le volte che non ci sia prova documentale della donazione - soprattutto in quei casi in cui il gesto del regalo si ripete periodicamente - potrebbe mettervi nelle condizioni di dovervi difendere davanti alle contestazioni sull’ordine del denaro da parte delle autorità.
Atto di donazione
Bisogna partire dal presupposto che “la donazione di denaro” come istituto giuridico non è un atto che va tenuto lontano dagli occhi del fisco o dai parenti, ma a tal proposito è importante sapere che, superata una certa soglia, la giurisprudenza negli anni ha definito di “modico valore”, è necessario che venga stipulato un atto di donazione (da parte di chi dona il denaro) dinanzi al notaio. Ovviamente per cifre non modiche s’intendono quelle somme di una certa rilevanza, come ad esempio un “regalo” di 10 mila euro. Inoltre, l’atto di donazione implica il versamento dell’imposta di registro e dell’imposta sulle donazioni.
Donazioni tra parenti
Queste regole però non valgono per alcune categorie di persone come nel caso della donazione fra coniugi o fra genitori e figli che, nel caso in cui la cifra non superi il milione di euro, sono esenti dalle imposte. Ma anche tra fratelli la donazione è esente da imposte, ma in quel caso solo se la cifra è inferiore a 100 mila euro.
Sotto questo profilo è importante sapere che le donazioni di carattere non modico, fatte senza l’atto di donazione, sono nulle e quindi potrebbero essere impugnate da chiunque senza limiti di tempo, anche dalla persona che inizialmente vi ha regalato i soldi e vi chiede la restituzione della cifra. Ovviamente se questi soldi vengono regalati per un fine specifico, come l’acquisto di un immobile, non è necessario l’atto poiché la somma verrà trasferita attraverso bonifico e quindi si darà luogo alla “donazione indiretta” e nell’atto d’acquisto verrà richiesta la provenienza del denaro.
Tornando ai classici regali in busta, se non superano determinate soglie (che ad oggi sono di 1999,99 euro e a partire da gennaio 2022 di 999,99 euro), non sarà necessario il bonifico. Se invece si intende fare un regalo in busta più sostanzioso è importante, nel rispetto delle norme anti-riciclaggio che queste vengano effettuate attraverso un bonifico o un assegno per garantire la tracciabilità del denaro.
Per quanto riguarda l’atto di donazione, in questi casi, bisogna vedere alla frequenza del “regalo”, poiché anche se si fa un regalo, ad esempio di 3.000 euro con mezzo bonifico e con la causale corretta, l’atto di donazione non serve. Ma se questo regalo è fatto periodicamente allora è bene che il fisco ne sia a conoscenza.
Per chi supera le soglie previste, sia il donante, sia il ricevente sono passibili di sanzioni amministrative che vanno da 1.000 a 5.000 euro.