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Diffusione di video o immagini intime, reati contro la privacy in Spagna
Diffondere o pubblicare immagini, fotografie o video di terzi di natura intima su Internet o su WhatsApp è un illecito.
Con l'avvento delle nuove tecnologie e la diffusione dei social network, l’invio di video o fotografie intime di terzi sui social media è diventato un rischio a cui sempre più persone sono esposte.
Queste azioni violano il diritto alla privacy di coloro che sono stati colpiti da questa pratica, motivo per cui la legge prevede numerose conseguenze legali per coloro che diffondono o condividono video intimi di terzi senza il loro consenso.
L'onore, la privacy e l'immagine di sé sono diritti fondamentali ai sensi dell'articolo 18 della Costituzione spagnola, il che significa che chiunque può impedire l'ottenimento, la riproduzione o la pubblicazione non autorizzata della propria immagine.
In questo senso, la Legge Organica 1/1982 sulla protezione civile del diritto all'onore, alla privacy personale e familiare e alla propria immagine, stabilisce che "catturare, riprodurre o pubblicare mediante fotografia, video o qualsiasi altro procedimento, l'immagine di una persona in luoghi o momenti della sua vita privata o anche al di fuori di essa senza il suo permesso" è un'interferenza illegittima nel diritto alla propria immagine.
Pertanto, sotto la tutela di questa legge, è possibile intentare la relativa causa davanti al giudice di prima istanza, per richiedere la tutela dei diritti violati e il risarcimento di tutti i danni che sono stati causati.
Tuttavia, potrebbe essere avviato anche un procedimento penale, dal momento che l'articolo 197.7 del Codice penale classifica la diffusione di fotografie o video intimi come reato di divulgazione di segreti, che prevede una pena detentiva da tre mesi a un anno e una multa da sei a dodici mesi, con una quota giornaliera che può variare tra i 2€ e 400€ al giorno, per chi scopre o divulga un'immagine contro la volontà del proprietario, quando la divulgazione compromette gravemente la privacy personale.
La pena sarà aumentata della metà se la persona che diffonde le immagini della vittima è il partner o l'ex partner della vittima, o se la persona interessata è un minore o una persona con disabilità, o se la diffusione illegale è stata effettuata per scopi finanziari.
Sebbene sia vero che questo precetto non specifichi che la condotta criminosa consista strettamente nella diffusione di immagini o contenuti audiovisivi di natura sessuale, questo è il caso più comune nella pratica, tenendo conto che è quello che incide maggiormente sulla privacy.
Allo stesso modo, non è solo la persona che diffonde illegalmente l'immagine alla fonte che può essere condannata penalmente, ma anche coloro che ne distribuiscono il contenuto in catena.
A questo proposito, l'articolo 197 bis del Codice Penale stabilisce che "chiunque, con qualsiasi mezzo o procedura, violando le misure di sicurezza stabilite per impedirlo, e senza essere debitamente autorizzato, accede o fornisce a un'altra persona l'accesso alla totalità o a una parte di un sistema di informazione o vi rimane contro la volontà di chi ha il legittimo diritto di escluderlo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni".
Pertanto, occorre tenere presente che il reato non è commesso solo da chi diffonde le immagini per la prima volta, ma anche da chi diffonde queste immagini sui propri social network, sia con spirito vessatorio che per semplice divertimento.
Di fronte a queste situazioni spiacevoli, è importante avere una consulenza legale specializzata per garantire un'efficace tutela del diritto alla privacy e all'onore. I nostri avvocati, esperti del settore, possono fornire consigli e indicazioni sulle migliori vie legali per difendersi da queste intrusioni illegittime.
Marta Piñol Lindin
Associate
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