Concorrenza sleale: uno sguardo alla legislazione spagnola

Con l’espressione “concorrenza sleale” ci si riferisce, tanto giuridicamente quanto nella realtá quotidiana, ad un comportamento commerciale adottato nel mercato da un competitors, che sia volto direttamente a (o che abbia l’effetto di) danneggiare un altro commerciante o si approfitti di quest’ultimo per ottenere un indebito vantaggio nella propria strategia di mercato.

La normativa dei principali Stati Europei, che a partire dagli anni 90 hanno disciplinato in maniera piuttosto ferma il fenomeno, non definisce tassativamente quali atti rientrino nel concetto di concorrenza sleale, preferendo, al contrario, una identificazione a carattere descrittivo. Nello specifico, in Spagna “si reputa sleale qualsiasi comportamento che risulti contrario alle esigenze di buona fede”. 

La materia è stata oggetto di una legge ad hoc, promulgata nel 1991, n. 3, con la quale si è voluto procedere ad una migliore definizione della fattispecie, considerando la maggiore sofisticazione delle tecniche di vendita, di pubblicitá ed offerta al pubblico, ovvero pratiche molto spesso insidiose.

Obiettivo di tale legge non è stato soltanto quello di offrire ai destinatari dei prodotti e dei servizi sul mercato delle garanzie circa l’effettiva onestá ed ottimizzazione delle offerte, evitando distorsioni del proprio comportamento d’acquisto, ma anche (e soprattutto) quello di tutelare gli imprenditori nella loro attivitá commerciale, assicurando l’adeguata protezione alle tecniche innovative di mercato, alle invenzioni, alle scoperte, nonchè alla propria reputazione tanto faticosamente acquisita.

Cosa è possibile fare, dunque, se si ritiene che un proprio competitors stia ponendo in essere delle condotte sleali? Una valutazione fattuale, ancor prima che giuridica, dell’atteggiamento adottato è assolutamente indispensabile per poter identificare se ci troviamo o meno di fronte ad una ipotesi di concorrenza sleale. Anche un comportamento che potrebbe sembrare lecito, o non direttamente dannoso, potrebbe in realtá dar luogo ad una violazione di legge. Il commerciante danneggiato, dunque, potrebbe conseguentemente agire per tutelare i propri interessi in due diversi modi: paralizzando il comportamento nocivo adottato dai competitors e chiedendo agli stessi il risarcimento del danno subito. 

Non tutti gli atteggiamenti percepiti come sleali, peró, possono godere di questa qualificazione. Delle sottigliezze e delle piccole differenze potrebbero marcare, in realtá, una distinzione molto profonda tra condotte illecite e condotte lecite. In quest’ultimo caso, un’azione contro il competitors potrebbe addirittura arrecare un danno a se stessi. Per questa ragione, puó rivelarsi di essenziale importanza consultare un avvocato tanto nel caso in cui si ritenga di aver subito un atto di concorrenza sleale, quanto nel caso si sia accusati di aver compiuto un atto di tal tipo. La conoscenza dell’impostazione normativa sia nazionale che internazionale, oltre che una acuta conoscenza della casistica giurisprudenziale, potrebbe portare ad una conclusione del contenzioso in maniera rapida ed efficace.

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