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Cosa è l'abuso di ufficio e quando è reato
L’abuso d’ufficio si dice che è un reato proprio, poichè può essere commesso da un «pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio», ovvero, a titolo meramente esemplificativo, da insegnanti, infermieri, dottori, appartenenti alle Forze Armate.
Con il c.d. Decreto Semplificazioni, entrato in vigore nel 2020, questa fattispecie di reato è stata modificata, limitando la commissione del reato di abuso d’ufficio al pubblico ufficiale o incaricato di un pubblico servizio che, durante lo svolgimento delle proprie funzioni o del proprio servizio:
- violi la legge dove non ci sono margini di decisione o non si astenga nei casi in cui vi è un interesse proprio o di un prossimo congiunto
- procuri un vantaggio economico a sé o ad altri (amici, familiari);
- arrechi un danno ingiusto ad un altro soggetto
Il reato si concretizza, ad esempio, quando la figura di un dirigente di un’azienda pubblica assegna un incarico ad un individuo esterno per favorirlo, piuttosto che ad un soggetto interno che ne ha già i requisiti.
Quando l’abuso d’ufficio non è più reato?
Con la riforma del 2020, non si configura il reato di abuso d’ufficio quanto il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio:
- viola delle norme che non hanno il rango di legge primaria (ad esempio regolamenti);
- vi sono dei margini di discrezionalità nell’applicazione della legge.
Ne deriva, dunque, che un pubblico ufficiale che violi un regolamento, pur arrecando un vantaggio economico a sé e/o uno svantaggio ad altri, non può esser perseguito penalmente per il reato di abuso d’ufficio.
In conclusione, è possibile affermare che con la riforma del Decreto Semplificazioni è stato ristretto l’ambito applicativo del reato di abuso d’ufficio rispetto a quello definito con la previgente normativa, escludendovi, pertanto, sia l'inosservanza di principi generali o di fonti normative di tipo regolamentare, sia la valutazione del mero cattivo uso della discrezionalità amministrativa.
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